Talmente noto e conosciuto da tutti, il romanzo "Le Avventure di Pinocchio", ha trasformato anche il modo di parlare e di riferirsi ad alcune situazioni o tipologie di persone.
Ecco quindi che per scoraggiare i bimbi a dire le bugie, spesso, li si "minaccia" ricordando loro che dire le bugie può far crescere il naso come quello di Pinocchio; altra figura spesso utilizzata per sintetizzare e rendere l'idea nel definire delle persone poco chiare, un po' losche, è quella del "gatto e la volpe".
Molto utilizzata è anche l'espressione "se non studi di verranno le orecchie da asino", altra locuzione traslata dal romanzo di Collodi, nel quale Pinocchio ed il suo amico Lucignolo, si ritrovano appunto con delle grandi orecchie pelose di asino sulla testa dopo essere andati nel Paese dei Balocchi.
E senza dubbio a chi non è mai capitato di sentire la frase "fare il grillo parlante", indicata per le persone che intervengono in modo pedante per qualsiasi argomento.
Ma di sicuro, nonostante pochi lo sappiano, l'espressione più utilizzata nella lingua italiana, che risale al romanzo di Collodi, è "ridere a crepapelle": essa infatti deriva dal passo del romanzo nel quale Pinocchio, dopo essere rimasto imprigionato per diversi mesi, torna a casa dalla fatina, ma sulla sua strada trova un serpente gigante; Pinocchio cerca di superarlo, ma inciampa e cade nel fango, ed il serpente inizia a ridere fino a quando non muore, da qui appunto l'espressione "ridere a crepapelle".