C'era una volta..."Un re!" diranno subito i miei piccoli lettori.
No, ragazzi, avete sbagliato. C'era una volta un pezzo di legno.
Non era un legno di lusso...
Questo è il famosissimo incipit di Pinocchio, il quale lascia presagire l'originalità del romanzo scritto da Collodi.
Il libro è un giardino in cui camminare seguendo il burattino, ognuno dal proprio punto di vista. I bambini vivranno le avventure immedesimandosi in Pinocchio e crescendo insieme a lui, mentre gli adulti osserveranno la vicenda dall'alto, cogliendo i tantissimi simboli nascosti lungo le pagine della trama.
Come accade per altri capolavori di narrativa per l'infanzia i livelli di lettura sono, infatti, diversi: un'ottima ragione per rispolverarlo dalla libreria, oppure per scaricarlo sotto la moderna forma dell'e-book o ancora per ascoltarlo attraverso un audio libro.
Semplificando, si potrebbe ridurre il romanzo nella vicenda di un burattino che prende magicamente forma grazie all'arte e all'amore di Geppetto e si incammina verso la vita, sfuggendo al suo creatore.
"Voi siete gli archi dai quali i vostri figli sono lanciati come frecce viventi" scrive il poeta Kahil Gibran ammonendo i genitori ad osservare il percorso intrapreso dai figli mentre crescono e ciò vale per i pezzi di legno come per i bambini in carne ed ossa.
Mastro Geppetto insieme ai lettori osserva la sua creatura, con gioia mista a dolore e talvolta a delusione, fino al momento in cui il pezzo di legno si trasforma in un bambino o, se si preferisce, il bambino si trasforma in un adulto che ha fatto esperienza del mondo circostante ed è pronto per camminare sulle proprie gambe.